Nel corso del 36° Congresso Nazionale della Società Italiana Geriatria Ospedale e Territorio - SIGOT, che si è svolto a Bari dal 5 al 7 ottobre, è emerso che la popolazione pugliese invecchia più rapidamente della media italiana: aumenta l’aspettativa di vita, ma il tasso di fecondità è inferiore alla media.
Benché i dati Istat relativi al biennio 2018 – 2019 riscontrino in Puglia un’età media di 44,6 anni rispetto ai 45,2 della media nazionale, gli stessi dati, raffrontati a quelli del 2011 evidenziano un progressivo invecchiamento della popolazione con ritmi superiori al resto d’Italia.
Questi due fenomeni condizionano le dinamiche verso l’invecchiamento. Lo stile di vita sano permette di vivere più a lungo rispetto ad altri, ma il numero di figli raramente supera le due unità, in netta contrapposizione rispetto agli anni a cavallo delle due guerre e quelli successivi al secondo dopoguerra, quando c’erano fino a 10 figli a famiglia. A ciò si aggiunge il fenomeno migratorio di molti giovani verso altre regioni o all’estero.
Il generale invecchiamento implica una difficoltà sempre maggiore nella gestione degli anziani e la necessità di rinnovare i supporti per la terza età, rafforzando le risorse sul territorio, al fine di non sovraccaricare gli ospedali che invece dovrebbero concentrarsi sulle patologie acute.
Inoltre, in Puglia - come in altre regioni del Sud - per l’assistenza si poteva contare su un fattore culturale che portava le famiglie ad essere molto presenti, ma questa progressiva perdita delle classi d’età sotto i 50 anni sta modificando il quadro e aggrava il problema della solitudine, che può uccidere quanto altre malattie.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)