Fino a che età si può parlare di morte prematura? Secondo la definizione dell’Onu contenuta nell’Agenda dello sviluppo sostenibile il termine è fissato a 69 anni. Ma un gruppo di esperti di politiche sanitarie chiede dalle pagine del Bmj di rivedere quella soglia o di eliminarla del tutto. Uno dei principali obiettivi di sviluppo sostenibile (Sdg) sottoscritti dai governi di 193 Paesi per trasformare in 15 anni il pianeta in un mondo migliore prevede di ridurre entro il 2030 di un terzo le “morti premature” per patologie non trasmissibili come il cancro, l’ictus, le malattie cardiovascolari, l’Alzheimer. Agli occhi di Peter Lloyd-Sherlock, professore di politiche sociali e sviluppo internazionale all’università della East Anglia e primo firmatario dell’appello sul Bmj, però c’è qualcosa che stona nei buoni propositi del documento. Le linee guida dell’Onu rischiano di diventare un esplicito invito a tagliare fuori dalla ricerca medico scientifica per la prevenzione delle patologie non trasmissibili la fascia di popolazione over 70. Una scelta discriminatoria, anti-etica e dannosa che rischia di alimentare una disparità di trattamento nei confronti degli anziani.
(Fonte: tratto dall'articolo)