Da cinque anni in Italia c’è una norma, la legge 38 sul diritto della persona a non soffrire, che, a ben guardare gli ultimi studi internazionali, sembra non incidere sulla realtà dei malati in fine vita. È quello che emerge da un recente studio pubblicato da The Economist che misura la capacità degli Stati di dare dignità ai malati in fine vita grazie alle cure palliative. In base a questo Quality of Death Index l’Italia si trova al 21esimo posto su 80 Paesi esaminati. Risultati alla mano Raffaella Pannuti, Presidente di Fondazione Ant, sottolinea come sia «imbarazzante notare come una valutazione sulla capacità italiana di curare la persona nella fase finale della vita sia all’attenzione internazionale e passi invece sotto silenzio nel nostro Paese» e che «nonostante il ministero della Sanità abbia spesso ribadito il proprio appoggio alle organizzazioni non profit, le Asl locali mal sopportino la collaborazione con realtà come la nostra, creando disagi e di fatto abbandonando i malati e le loro famiglie nel momento più drammatico della morte di un loro congiunto».
(Fonte: www.fondazioneleonardo.it)