In piena crisi delle politiche sociali e delle risorse attribuite al nostro welfare, in presenza di forti segnali di riaccentramento dei poteri e di riaffermazione del modello direttivo nelle organizzazioni, questo testo propone un'alternativa. Un'alternativa di rilancio del metodo bottom-up, dando attenzione sui sistemi di qualità come patrimonio culturale della base operativa delle professioni di aiuto (in particolare assistenti sociali, educatori professionali, operatori sociosanitari, ed i loro livelli direttivi). Una prospettiva di legittimazione dell'azione professionale attraverso processi di autovalutazione della qualità che vede come attori protagonisti gli operatori dei servizi sociali.
Un metodo, da sperimentare nelle diverse realtà operative, che considera qualità e accreditamento come strumenti di politica sociale utilizzabili da professionisti consapevoli di agire all'interno di patti di cittadinanza, "capaci" di valutare l'impatto del loro lavoro, della loro azione nel sistema sociale complesso. Così - dopo la necessaria ricognizione normativa e l'indispensabile visitazione dei fondamentali determinanti di complessità sociale e organizzativa, e dei criteri generali e strumenti per una azione di qualità nei Servizi Sociali - ci si misura con le possibili coordinate (linee guida) per definire un manuale di autovalutazione per la revisione professionale tra pari del servizio sociale, giungendo a una specifica concreta proposta di check list. (Fonte: www.maggiolieditore.it)