Risulta da uno studio ventennale americano-ugandese condotto sui primati, che anche gli scimpanzè possano avere coscienza che si muore e che in vecchiaia adottano modalità di comportamento simili alle nostre, privilegiando l’amicizia con soggetti con cui hanno mantenuto rapporti positivi per tutta la vita, come se sapessero che resta poco tempo per godersele. Già Aristotele diceva che l’amicizia è un frutto che matura lentamente, ed è vero che man mano che passano gli anni ci focalizziamo sulle cose più importanti, come appunto le amicizie di vecchia data, lasciando i rapporti occasionali tipici della gioventù.

Anche la scienza lo conferma, infatti negli anni ’90 la scienziata americana Laura Carstensen formulò la teoria della selezione socioemotiva per la quale mentre si accorcia la prospettiva di vita decidiamo di farci accompagnare nel cammino rimasto dalle persone che consideriamo «veri» amici, su cui abbiamo investito emotivamente. La sensazione di avere meno futuro davanti a se ha avuto un inquadramento diagnostico in psichiatria, dove il termine shortened future è il sintomo residuo del cosiddetto Ptsd, il disturbo post-traumatico da stress che indica il corteo di segni che accompagnano un forte shock emotivo o fisico.

Ma già il poeta Virgilio scriveva fugit irreparabile tempus, il tempo scorre inesorabile, concetto ben conosciuto dagli anziani, specie in questi nostri tempi. Il covid ha infatti allargato questa sensazione anche agli adulti, coinvolgendo addirittura i giovani.