Christine Cave, un’archeologa dell'Australian National University, a dispetto della credenza secondo cui un tempo la vita fosse molto più breve di oggi, sostiene che anche nelle società del passato non fossero una minoranza le persone che arrivavano oltre i 75 anni. Lo studio parte dal presupposto che gli anziani delle epoche trascorse non sono stati correttamente contati nel numero perché gli studiosi non avevano i mezzi giusti per identificarli. A produrre questo errore di prospettiva sarebbe il metodo di valutazione con cui gli archeologi stimano l'età degli antichi: “Dalle sole spoglie ossee non è facile distinguere un quarantenne in perfetta forma da un fragile novantenne” dichiara l'archeologa. Per questo, ha studiato un metodo più accurato per stimare l’età: confrontando l'usura dei denti in resti scheletrici antichi con quella di individui viventi di varie popolazioni. Basandosi sull'analisi di quanto è consumata la dentatura, l'età al momento della morte può essere calcolata con notevole precisione.
(Sintesi redatta da: De Felicis Dario)