Dai dati PASSI d’Argento, riferiti al quadriennio 2017-2020, emerge che fra gli ultra 64enni residenti in Italia complessivamente il 20% riferisce un deficit dell’udito e meno del 6% supera questa difficoltà facendo ricorso all’apparecchio acustico, mentre il restante 14% non fa ricorso ad alcun ausilio e rimane con un problema uditivo, peraltro il più rilevante tra quelli sensoriali dal momento che i problemi di vista colpiscono il 10% degli anziani e quelli di masticazione il 13%. Il deficit uditivo coinvolge ugualmente uomini e donne (20% in entrambi), aumenta all’avanzare dell’età, interessando il 47% degli ultra 85enni e disegna un gradiente geografico a svantaggio dei residenti nel Meridione (25% vs 20% del Centro e 17% del Nord).
Il deficit uditivo è fortemente associato allo svantaggio socio-economico e coinvolge di più le persone economicamente più svantaggiate (30% vs 16% di chi non ha difficoltà economiche) e meno istruite (26% vs 14% di persone con livello di istruzione più elevato). Se il deficit uditivo è associato allo svantaggio socio-economico anche la possibilità di accesso all’ausilio di un apparecchio acustico riflette e amplifica questo svantaggio poiché resta un’opportunità meno frequente fra le persone socialmente svantaggiate e dunque aumenta le differenze sociali fra coloro che rimangono con un problema di udito non corretto o non correggibile.
La quota di persone con problemi di udito (non corretto o non correggibile) che vive dunque nella quotidianità la difficoltà di fare anche solo quattro chiacchiere con qualcuno, mediamente pari al 14%, coinvolge in egual misura uomini e donne, è pari al 7% fra i 65-74 anni e sale al 34%fra gli ultr85enni, coinvolge il 24% delle persone con difficoltà economiche (vs 11% di chi non ne ha) e il 20% delle persone con basso livello di istruzione (vs 9% fra le persone più istruite). Nel gruppo di persone con problemi di udito sono maggiori le prevalenze di sintomi depressivi (26% vs 13% del resto della popolazione), cadute (l’11% è caduto nei 30 giorni precedenti l’intervista vs l’8% del resto della popolazione), isolamento sociale (il 42% riferisce che in una settimana normale non incontra né parla con nessuno vs il 18% del resto della popolazione).
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)