Gli esperti della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG) riuniti a Roma per il 63° Congresso Nazionale, aumentato le quantità di sodio e grassi concesse nella dieta degli over 65 perché gli ultimi studi hanno dimostrato che non è necessario demonizzare questi due nutrienti negli anziani. Il rischio cardiovascolare e metabolico complessivo, infatti, non si modifica in modo sostanziale. Anzi: una potenziale carenza di sale e grassi dovuta a una dieta eccessivamente restrittiva potrebbe rivelarsi controproducente. Le nuove indicazioni, infatti, ammettono 5 grammi al giorno di sale, pari a poco più di 2 grammi di sodio. Prima, invece, si raccomandavano al massimo 3-4 grammi di sale. La nuova quantità è in linea con quella indicata alla popolazione adulta e corrisponde, più o meno, a un cucchiaino da caffè. Il consiglio, per adulti e anziani, è quello di utilizzare poco sale, ma sempre iodato. Secondo gli studi, il rischio cardiovascolare più basso possibile, in persone con più di 70 anni in buona salute si ha rimanendo sui 3 grammi di sodio al giorno, che in realtà corrispondono anche a più di 5 grammi di sale. «Esiste una sorta di curva a “U” per cui la probabilità di disturbi cardiovascolari sale sia per quantità inferiori, sia per dosi molto elevate di sodio» spiega Raffaele Antonelli Incalzi, presidente SIGG. Uno studio italiano (InChianti), che ha seguito circa mille over 65 per 9 anni, ha confermato che livelli troppo bassi di sodio nella dieta si associano a un incremento della mortalità, mentre un eccesso di sodio non è altrettanto deleterio. Inoltre, una dieta troppo povera di sodio potrebbe compromettere il raggiungimento di un introito calorico adeguato e anche l’efficacia di alcune terapie farmacologiche. Numerose ricerche hanno dimostrato che avere un buon apporto di acidi grassi polinsaturi nella terza età è essenziale: la mortalità si abbassa fino al 42%, mentre il rischio cardiovascolare e la mortalità salgono fino all’81%, in più, se si consumano soprattutto grassi saturi e grassi trans. «L’obiettivo negli over 65 – conclude Incalzi – non deve essere la riduzione dei grassi in assoluto quanto piuttosto la sostituzione dei grassi saturi provenienti dagli alimenti di origine animale con grassi mono e polinsaturi di origine vegetale o dal pesce».
(Fonte: tratto dall'articolo)