Mal di schiena, dolore muscolo scheletrico e dolore provocato da patologie croniche. Sono queste le principali condizioni associate al dolore cronico, che colpisce il 21,7% dell’intera popolazione italiana e che ha conseguenze invalidanti dal punto di vista fisico, psichico e socio relazionale.
Del dolore cronico e delle azioni ancora necessarie affinché in Italia venga riconosciuto e trattato in maniera adeguata ed equa si è parlato durante l’evento di presentazione alle Istituzioni del “Manifesto sul dolore. Le proposte per una migliore gestione dei pazienti con dolore cronico”, iniziativa organizzata e promossa da Sandoz con il coinvolgimento delle Società scientifiche e delle Associazioni dei Pazienti. Quattro le aree di miglioramento individuate: la raccolta dei dati relativi al paziente con dolore cronico; il rafforzamento del network fra i clinici; la formazione del personale medico; la promozione di una “cultura” del dolore cronico, attraverso corretta informazione ed empowerment del cittadino.
“Sappiamo che l’accesso alla terapia del dolore è ancora molto disomogeneo sul territorio nazionale. Affinché questa iniquità venga sanata dobbiamo agire sulla formazione del personale sanitario per migliorare la presa in carico del paziente e quindi garantire l’adeguata gestione del dolore cronico”, ha commentato l’Onorevole Paolo Siani, Membro della XII Commissione Affari Sociali, Camera dei Deputati intervenendo alla Tavola Rotonda. Occorrono percorsi formativi nell’ambito della gestione del dolore cronico, un'esigenza tanto più forte in tempi di pandemia, come è emerso da una indagine conoscitiva di Federdolore-SICD: “L'ultimo anno è stato un vero stress test per l'organizzazione della terapia del dolore, molti centri sono stati chiusi a lungo e ancora oggi non sono aperti a pieno regime. È quindi quanto mai urgente una definizione di percorsi di cura condivisi da team multidisciplinari che comunichino fra loro, e trovino modalità condivise di gestione dei pazienti”, ha dichiarato Giuliano De Carolis, presidente di Federdolore-SICD. A partire da queste evidenze, il Manifesto suggerisce l’organizzazione di campagne di consapevolezza con risonanza nazionale a livello istituzionale in cui siano coinvolte le Società scientifiche e quelle dei pazienti. “Sul dolore cronico c’è ancora molta disinformazione che noi ci impegniamo a contrastare. È necessario lavorare in modo sinergico insieme ai professionisti e alle Istituzioni per veicolare alcuni messaggi chiave: il dolore cronico è una patologia che può essere curata, una diagnosi specifica conduce a una cura personalizzata, esistono centri d’eccellenza a cui ci si può rivolgere”, ha detto Nicoletta Orthmann, Coordinatore medico scientifico della Fondazione Onda.
(Fonte: tratto dall'articolo)