Tra i cambiamenti che si subiscono con il passare degli anni c’è anche una minore necessità percepita di bere. Questo può portare molti problemi a causa della disidratazione, soprattutto in inverno, quando è minore lo stimolo della sete.
Uno studio londinese condotto su over 75, conferma la poca attenzione che essi e i loro familiari prestano all’idratazione.
Con l'età il subisce diversi cambiamenti nella propria composizione, e diminuisce la massa muscolare (la cosiddetta «sarcopenia») e, di conseguenza, l'acqua intracellulare a questa associata. Si riduce inoltre l’appetito per cibi e bevande, per questo non si può considerare la sete un indicatore affidabile. Il fabbisogno minimo giornaliero è di 1,5 litri di acqua, circa otto bicchieri, mentre quello raccomandato sale a due litri nella donna e a 2,5 litri nell'uomo, queste le indicazioni delle linee-guida per una sana alimentazione del Crea, il Centro di Ricerca Alimenti e Nutrizione».
Nel dossier si sottolinea che l'acqua corporea totale diminuisce con l'invecchiamento, in relazione alla diminuzione della massa magra, mentre sale la soglia di percezione della sete: per questo è più difficile correggere eventuali squilibri. Si evidenzia anche come «gli italiani anziani bevano poca acqua e troppo alcol». Ci sono anche altre ragioni per le quali gli anziani non bevono, come ad esempio, la paura di doversi alzare la notte e dell’incontinenza. Ci sono però delle strategie alimentari che possono aiutare, come il consumo di zuppe, minestre, minestroni e passati di verdura d'inverno, d'estate frullati oppure gelatine di frutta. E ovviamente è sempre consigliabile consumare frutta e verdure fresche.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)