Uno studio di un ricercatore italiano, Giovanni Civieri, dimostra che l'ansia e la depressione possono accelerare la comparsa dei fattori di rischio tradizionali per infarto e ictus. In particolare, le persone con una maggior sensibilità allo stress scritta nei geni, sviluppano questi fattori di rischio ad un'età molto più precoce rispetto alla popolazione generale.
La ricerca conferma dunque l'esistenza di uno stretto legame tra cuore e mente, che può trasformare ansia, stress e depressione in fattori di rischio organici, in grado di danneggiare in particolare cuore e cervello. La novità introdotta da questo studio è quella di aver individuato il meccanismo alla base di questo legame. «Nella nostra ricerca spiega Civieri - abbiamo individuato un meccanismo che sembra ampiamente spiegare questo legame tra fattori psicologici e malattie cardiovascolari».
Questo studio suggerisce che i medici dovrebbero essere consapevoli delle conseguenze di una cattiva salute psicologica, sulla salute fisica e sul rischio di cardiopatie. In altre parole, l'ansia e la depressione sono condizioni benigne e dovrebbero essere prese in carico da un professionista. Le persone affette da queste condizioni inoltre dovrebbero sottoporsi più di frequente a screening per fattori di rischio cardiovascolari come ipertensione, colesterolo alto, diabete.
(Sintesi redatta da: D'Amuri Vincenzo)