Dal Congresso della Società italiana di geriatria e gerontologia (Sigg) arriva la conferma che oggi si diventa anziani più tardi, a 75 anni, non a 65.
Ormai, dicono i medici, un 65enne ha la forma fisica e cognitiva di un 40-45enne di trent’anni fa, constatazione suffragata da fatti, come ad esempio la migliore capacità respiratoria; 50 anni fa si riduceva di 25-30 millilitri all’anno a partire dai trent’anni, mentre ora si riduce di 15-20.
Rispetto alla legge Fornero, quindi, non ci sarebbero controindicazioni a lavorare fino ai 65 anni e oltre, esclusi i mestieri usuranti o con turni. Il motivo per cui la Sigg ha deciso di alzare a 75 l’età per essere giudicati anziani, è che l’Italia, con il Giappone, è il principale laboratorio del mondo sulla terza età.
Per arrivare a questo traguardo sono incorsi diversi fattori, dove la genetica influisce per un quarto e gli stili di vita per il restante; attività fisica, farmaci e vaccini e una buona vita sociale sono il segreto per vivere meglio e più a lungo. L’Istat segnala poi che i sessantacinquenni (e oltre) sono le classi di età che, dal 2005, hanno aumentato di più i consumi culturali: cinema, teatri mostre e musei, mentre hanno ancora qualche problema su internet e social.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)