L’insulino-resistenza, tipica del diabete di tipo 2, è frequente nei soggetti con sindrome di Down e predispone all’Alzheimer: Antonella Tramutola, dell’Università La Sapienza di Roma, mira a contrastarla con un farmaco usato dai diabetici. La sindrome di Down è una malattia genetica causata dalla triplicazione del cromosoma 21, e associata a un quadro clinico caratterizzato da alterazioni cardiache congenite, tendenza all’ipotiroidismo, un ridotto metabolismo e complicanze di tipo neurologico. Tra queste c’è la progressiva perdita delle capacita di apprendimento e di memorizzazione, che sembra legata ad alterazioni molecolari tipiche della malattia di Alzheimer: l’accumulo di proteina ß amiloide e una condizione di ridotta efficienza (in questo caso a livello cerebrale) dei meccanismi in cui è coinvolta l’insulina, nota come insulino-resistenza. Quest’ultima, a sua volta, è una manifestazione tipica del diabete mellito di tipo 2, che infatti presenta un’alta incidenza nella sindrome di Down ed è un fattore di rischio per l'Alzheimer. Fra i ricercatori finanziati dalla Fondazione Umberto Veronesi c’è appunto Antonella Tramutola, che punta a studiare, su un modello animale, la disfunzione dei meccanismi legati all’insulina nel cervello di chi è affetto da sindrome di Down per proporre un nuovo trattamento farmacologico che prevenga l’insorgenza dell’Alzheimer in questi soggetti.
(Fonte: tratto dall'articolo)