Un divertente romanzo olandese è diventato un fenomeno di costume: serie tv, magliette, un “Club del libro più anziano” in cui l’età media dei soci è intorno agli ottantasei anni. Certo ormai si sa che il filone dei “diversamente giovani”, specie se trattato con sense of humour garantisce il successo, solo che qui l’argomento centrale del racconto è la scelta di morire ingoiando una pasticca. In Olanda infatti da qualche tempo gli anziani possono avere accesso ad una pastiglia che gli consente di terminare la loro vita. Il protagonista del libro ha 83 anni e chiede al suo medico di base la ricetta per l’ultima pillola, quella definitiva. Dopo un anno passato in una residenza per anziani di Amsterdam, narrato con ilare spietatezza, l’arzillo vecchietto deciderà di non prendere la pillola. In Italia sarà edito da Longanesi a settembre con il titolo “Piccoli esperimenti di felicità”. Molto più drammatico ma con le stesse domande è la preziosa testimonianza resa da Walter Piludu in Il Cugino comunista. Viaggio al termine della vita (Cuec). Chi decide il confine oltre il quale non è possibile più resistere? L’autore, afflitto dalla Sla, non vuole sopravviverre al momento in cui perderà anche la voce. Da due anni infatti vive immobilizzato, il naso costantemente legato a un respiratore meccanico. Gli resta solo la voce, cioè la parola, il pensiero, il senso del suo stare al mondo. Infatti sta continuando la sua battaglia per buona legislazione sul fine vita, in fondo la sua ultima battaglia per la nobiltà della politica, un impegno tenace che si spiega anche con la particolare biografia politica di Piludu, per tanti anni funzionario del Pci. Dignità del vivere e dignità della politica, le due cose possono e devono coincidere.
(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)