Il Giappone è entrato in un circolo vizioso di bassa fertilità e bassi consumi che, solo negli ultimi cinque anni, ha portato a perdite di miliardi di dollari in termini di Pil e alla diminuzione della popolazione di un milione di persone. Se il trend negativo dovesse continuare, gli esperti prevedono una grave recessione economica e una rottura della struttura sociale del Paese. La definizione degli economisti per i Paesi come il Giappone è di: "bombe demografiche a orologeria". Le spese in calo riducono l’economia, il che scoraggia le famiglie dall’avere dei figli, il che a sua volta riduce i consumi. Nel frattempo le persone vivono più a lungo che mai. Una popolazione sempre più vecchia comporterà costi sempre più elevati per il governo, carenza di fondi pensionistici e di sicurezza sociale, assenza di persone che si prendano cura degli anziani, crescita economica lenta e mancanza di giovani lavoratori. Il tasso di fertilità del Giappone si attesta a 1,41, la popolazione sta diminuendo. Rispetto agli altri Paesi il caso del Giappone è estremo, in particolare per quanto riguarda l’invecchiamento. I pannolini per adulti hanno superato i pannolini per bambini negli ultimi sei anni e molte carceri si stanno trasformando di fatto in case di cura, dato che gli anziani rappresentano il 20% di tutti coloro che hanno commesso reati. Visto che non c’è nessuno che badi a loro, molti commettono nuovi reati solo per tornare in carcere. Rubare un sandwich può portare a due anni di prigione, che significano vitto e alloggio gratuiti. I tassi di mortalità sono scesi al di sotto dei tassi di natalità. Le persone semplicemente non muoiono. Gli anziani ora costituiscono il 27% della popolazione del Giappone. Gli esperti prevedono che potrebbe salire al 40% entro il 2050. In questo modo aumentano i costi per la sicurezza sociale, che si prevede siano giovani generazioni sempre più striminzite a pagare. Per compensare l’invecchiamento della popolazione e l’avversione del governo all’assunzione di immigrati, il settore tecnologico giapponese ha intensificato i suoi sforzi nella robotica e nell’intelligenza artificiale. In questo modo ha trasformato un problema biologico in uno ingegneristico. E' il caso del robot Pepper, un umanoide bianco e amichevole con un computer-tablet montato sul torace che può accogliere gli ospiti a una cena, salutare i partner commerciali o confortare i pazienti ricoverati negli ospedali: è dotato di un software di riconoscimento delle emozioni, analizza i toni della voce e le espressioni facciali. Prodotto dalla SoftBank Robotics Corp. e messo in vendita in mille esemplari al prezzo di 1,600 dollari, è andato esaurito in un minuto.
(Fonte: tratto dall'articolo)