Giuseppe Virgilio è un agente di polizia di origini pugliesi ma in stanza a Lecco. A novembre, mentre era in servizio, ha ricevuto una chiamata da due signori novantenni che chiedevano informazioni per farsi consegnare la spesa a casa. Dopo un giro di telefonate, appurata la difficoltà di procedere altrimenti, non ci ha pensato due volte:”Ditemi cosa vi serve, ve lo porto io”.
Così è iniziato un rapporto di affetto, con il 38enne Giuseppe, che chiama più volte a settimana Lucia e Romeo, per sapere come stanno. Una volta a settimana passa anche a salutarli, naturalmente sempre fuori servizio per essere certo di non dover andare di fretta. La coppia ha anche scritto una lettera al questore per chiedere un riconoscimento ‘ufficiale’, ma per Giuseppe “Il loro sorriso mi ripaga più di qualsiasi parola”. Per lui Lucia e Romeo sono come i suoi nonni, Giuseppe e Giuseppina, con i quali Giuseppe ha trascorso tutti i pomeriggi dell’infanzia. “Se sono così, ammette, lo devo anche a loro che mi hanno insegnato a essere legato alla famiglia, a rispettare il prossimo e le persone più grandi”. “Si tende a pensare ai poliziotti come a dei controllori, aggiunge, credo invece che soprattutto ora dobbiamo essere sempre più dalla parte dei cittadini, vicino a chi è in difficoltà”.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)