All’inizio dell’epidemia, in Italia l’età media dei contagiati era di oltre 65 anni, oggi è scesa a 38 anni. I giovanissimi, gli under 18, il 29 aprile rappresentavano appena l’1,8% degli infetti, mentre negli ultimi 30 giorni hanno fatto un balzo in avanti che li ha portati al 12,8% del totale. E coloro che hanno un’età compresa tra i 19 e i 50 anni oggi sono quasi il 55% dei positivi, mentre a fine aprile erano meno del 25%. Certo, nel pieno della battaglia contro il Covid 19, i tamponi venivano effettuati solo a chi presentava sintomi sospetti, naturale dunque che i positivi al virus emergessero sopratutto nella fascia più vulnerabile della popolazione, gli over 70.
Ma secondo gli esperti non è solo l’aver ampliato l’accesso al test anche agli asintomatici a giustificare l’attuale impennata di positivi tra i ragazzi. Nei mesi del lockdown i giovani sono rimasti isolati: niente scuola, niente università, niente movida. Con l’estate invece c’è stato un comprensibile, quanto imprudente, liberi tutti: sulle spiagge poche mascherine e zero distanziamento sociale. Al contrario, la maggior parte degli anziani, consapevoli della loro fragilità, hanno continuato ad adottare le misure anti-Covid.
Ma con l’autunno e l’abbassamento delle temperature vecchi e giovani torneranno sotto lo stesso tetto per molte ore al giorno. Il “distanziamento generazionale” non potrà più essere mantenuto, con il rischio di innescare la temutissima seconda ondata. Dobbiamo però ricordare tutti, giovani e non, che la guerra contro il coronavirus non è affatto vinta e che tra le poche armi dimostratesi efficaci finora ci sono proprio le mascherine e il distanziamento sociale.
(Sintesi redatta da: Linda Russo)