L’indagine Randstad Workmonitor attesta che l’87% dei lavoratori italiani vorrebbe lavorare in un’azienda con un programma di responsabilità sociale d’impresa. Siamo primi in Europa e diversi punti sopra a Germania (75%), Francia (78%), Regno Unito (79%) e Spagna (77%). Lo studio è stato condotto in 34 Paesi del mondo su un campione di 405 lavoratori, fra i 18 e 67 anni, retribuiti per almeno 24 ore a settimana. Per ciò che concerne le imprese, solo nel 50% dei casi si registra una politica che valorizza diversity e inclusione. Nel dettaglio: i due terzi del campione dei lavoratori italiani (66%) dichiara che il proprio datore di lavoro si impegna perché i propri dipendenti riflettano la diversity presente nel mercato del lavoro locale e nazionale.Quasi allineata la percezione fra generi (63% uomini e 68% donne) e un po’ più marcata la differenza fra lavoratori giovani e dipendenti senior(71% e 60%). Oltre metà delle aziende sostiene attivamente almeno una buona causa (56%, in linea con la media globale e +4% rispetto alla media europea). Lo ritengono di più gli uomini (57%) rispetto alle lavoratrici (55%), mentre è più evidente la differenza tra fasce anagrafiche (62% dei 18-44enni, 46% degli over 45).
Peggiore è il punteggio delle aziende italiane che sostengono l’inclusione e la diversity in azienda (50% con un+7% sulla media europea).
Nella percezione dei dipendenti italiani tale valore è maggiore fra le donne (55%) che fra gli uomini (48%) ma è molto inferiore nei lavoratori 45-67enni (23%) rispetto agli under 45 (67%). Quasi tre italiani su quattro affermano che è importante dare un contributo alla società attraverso il lavoro volontario (74%): risultato superiore a quello di tutti i paesi europei (+15% sulla media continentale).
Le percentuali di genere sono molto vicine (71% uomini e 77% donne) ma i lavoratori senior sono più propensi rispetto ai giovani (80% contro 69%). Soltanto il 29% delle imprese italiane incoraggia i propri dipendenti a dedicarsi al lavoro sociale non retribuito al di fuori dell’orario d’ufficio (+1% rispetto alla media globale e+6% sulla media europea). A sorpresa, sono i lavoratori più anziani il segmento che si sente più stimolato in questa direzione (38%), mentre la percentuale scende vistosamente fra i giovani (24%).
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)