Randstad, secondo operatore al mondo nei servizi per le risorse umane, ha redatto il suo rapporto trimestrale (Randstad Workmonitor). Ha coinvolto 400 lavoratori, fra 18 e 65 anni, in 34 Paesi. Fra gli italiani emerge la diffusa convinzione che ambienti di lavoro multi- generazionali migliorino le performance aziendali. Il 92% del campione ritiene che la collaborazione fra persone di età anche molto diversa possa portare soluzioni innovative, quasi otto persone su dieci (79%) credono che sia un vantaggio sia per i lavoratori più giovani sia per i più esperti. In Italia, in quasi i tre quarti dei casi, più generazioni si affiancano sul lavoro ma, nella scelta dei capi, prevale la mentalità tradizionale che associa l’autorevolezza e la competenza alla maggiore anzianità. A differenziare i lavoratori più giovani da quelli senior è anche l’attitudine a connettersi con i colleghi attraverso i social media: lo fa il 73% degli under 35 contro il 56% della media. Quasi la metà dei lavoratori più giovani stringe 'relazioni social' anche con i diretti superiori (44%), mentre la percentuale si riduce di molto considerando tutte le fasce di età (30%).
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)