Il 25°Rapporto Istat sulla situazione del Paese, presentato ieri a Roma, descrive la struttura socioeconomica italiana in modo non convenzionale: articolata in gruppi sociali sempre più frammentati fra loro e al loro interno. Nella Penisola aumenta la quota di over-65 (al 22% è la più alta d’Europa) a fronte di un nuovo minimo delle nascite (474mila). Sono ancora quasi 7 su 10 i giovani under-35 che vivono a casa dei genitori e ben 3,6 milioni di famiglie vivono senza redditi da lavoro. L’indice di disagio economico cresce e spesso priva le famiglie di servizi essenziali come le visite specialistiche. Le diseguaglianze crescono fra nord e sud ma non solo. I gruppi delle famiglie a medio reddito, circa il 50% del campione, sono a Nord (con l’eccezione della Basilicata); di esse fanno parte i giovani “blue collar” (colletti blu), ma anche gli operai e le famiglie degli operai in pensione. Le famiglie a basso reddito si concentrano nel Mezzogiorno e comprendono i gruppi delle anziane sole e dei giovani disoccupati ( 44,5%), delle famiglie tradizionali della provincia, (45,8%) e delle famiglie a basso reddito di soli italiani (51,4 %). Le famiglie “benestanti” di impiegati e quelle delle pensioni d’argento, sono quasi tutte nel nord ovest (34,9 %) 21,2 nel Nord-est (21,2%) mentre al sud rappresentano il 16,9 % della popolazione.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)