L’ultimo Rapporto Svimez, associazione per lo Sviluppo dell'industria nel Mezzogiorno, denuncia il forte rallentamento dell’economia meridionale con un pil allo 0,7% (contro +1,2% nel Centro-Nord). Il numero di famiglie meridionali con tutti i componenti in cerca di occupazione è raddoppiato tra il 2010 e il 2018, passando da 362.000 a 600.000, contro le 470.000 famiglie del Centro-Nord. Emerge inoltre quello che lo Svimez definisce un “drammatico dualismo generazionale”.
Più mezzo milione di giovani tra i 15 e i 34 anni (-578 mila) ha lasciato il Sud in nove anni 2008 e il 2017), causando un saldo negativo di 310.000 occupati; nello stesso periodo, si è avuta una contrazione di occupati nella fascia adulta 35-54 anni (-212 mila) e una crescita concentrata quasi esclusivamente tra gli ultra 55enni (+470 mila unità). La struttura occupazionale di questa area del paese si è profondamente ridefinita a sfavore dei giovani. Altro dato che emerge è quello demografico: negli ultimi 16 anni, hanno lasciato il Mezzogiorno 1.883.000 residenti, in prevalenza giovani e laureati ma se ne sono andati anche gli stranieri. Nel 2017 al Centro-Nord risiedevano infatti 4,2 milioni di cittadini non italiani, rispetto agli 872.000 del Mezzogiorno. I divari fra Nord e Sud sono evidenti nei servizi, anche sanitari. L'insorgere di patologie gravi costituisce una delle cause più importanti di impoverimento delle famiglie, soprattutto meridionali.
(Fonte: www.lettera43.it)