Nell’ambito del Piano nazionale demenze, la Regione Piemonte intende predisporre una serie di strategie su due fronti: migliorare l’assistenza ai pazienti e dotare di una formazione specifica il personale delle aziende sanitarie, inclusi i medici di famiglia. Tutto ciò si dovrebbe sviluppare in 3 anni. Per il discorso demenze si parla di Alzheimer: 75 mila malati in Piemonte, 600 mila in Italia e 50 milioni nel resto del mondo, Ci sono poi le altre forme di demenza, meno note fuori dal perimetro delle famiglie, come il caso del Parkinson e dei «parkinsonismi», le forme più aggravate ed accelerate, solo nella regione Piemonte affliggono 20 mila persone. Sono molte altre le malattie che possono essere ascritte alla voce generica di «demenze» possono essere ascritte, oltre a quelle correlate all’alcool, e alla depressione. Per prima cosa ci è prevista la ricognizione dei servizi esistenti per le persone affette da demenza e per i loro familiari per rimediare all’attuale parcellizzazione. Le «UVA» saranno riconvertite in «Centri per disturbi cognitivi e demenze» con nuove funzioni. «In sintesi - spiega l’assessore Saitta -, sarà potenziato un Percorso diagnostico terapeutico assistenziale a livello regionale per la presa in carico globale e multidisciplinare delle persone affette da demenza. Nella stessa ottica verrà costituito un coordinamento regionale delle attività del settore e saranno individuati momenti di partecipazione che coinvolgano le associazioni dei famigliari. Obiettivo: riorganizzare e innovare i servizi offerti sia a livello regionale che nelle Asl». Poi è previsto un implemento della formazione per il personale delle Asl e per i medici di famiglia che prevede una assistenza territoriale e rapporti più stretti con le Associazioni di riferimento. L’obiettivo è di arrivare ad avere dei centri in grado di dare diagnosi tempestive, piani di cura appropriati in base ai bisogni delle fasi di malattie degenerative, informazione sulle modalità di accesso ai servizi sanitari e alle indennità previste per legge. Grande attenzione per le possibilità di assistenza alle persone che restano nella propria casa, con sostegno anche alle famiglie.
(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)