Il Veneto è la prima regione in Italia a creare il registro delle badanti straniere. Messa in soffitta la bandiera ideologica, prevale il buon senso dell’accoglienza. Un salto di qualità nel welfare domiciliare nato da un’idea di Riccardo Barbisan, giovane consigliere regionale che ha raccolto la proposta della disabile Edi Chec, di “Oasi Federico”. La ragazza ha spiegato la necessità di offrire garanzie assolute per le cure prestate dalle badanti: saper infilare un sondino non è la stessa cosa di cambiare un pannolone, ci vuole grande competenza.
Il Veneto ha già attivato dei corsi nelle Usl ma ora c’è un vero salto di qualità. In Veneto ci sono 32. 800 badanti e altre 32.500 colf iscritte all’Inps, ora si tratta di garantire la massima professionalità a chi assiste anziani: il 52 per cento degli over 75 vive in famiglia e solo il 19% ricorre alle case di riposo. Il registro ha il compito di delineare le professionalità delle badanti, sulla base di corsi medici e delle competenze acquisite. Il secondo step riguarda la diffusione dei registro, che verrà pubblicato sui siti web della Regione, e poi messo a disposizione dei medici di famiglia e delle farmacie. Verrà creato un vero e proprio sportello dell’assistenza familiare per risolvere gran parte degli ostacoli che si incontrano al momento dell’assunzioni e garantire la massima qualità nelle cure a domicilio. L’ultimo passo è il fondo di 500 mila euro a sostegno delle famiglie, che servirà per pagare le assicurazioni professionali delle badanti e parte degli oneri previdenziali. Ovviamente si tratta di fondi che vanno ad integrare quelli già stanziati dalla giunta regionale con gli Icd, la Impegnativa di cura domiciliare garantita a chi assiste un anziano non autosufficiente. Tutte risorse prelevate dal fondo sociale europeo. La proposta di legge ha riscontrato giudizi molto positivi in aula ed è stata approvata all’unanimità con 46 voti.
(Sintesi redatta da: Mayer Evelina)