Messe assieme, la "seniority" e l’automazione, apparentemente, sembrano più antagoniste che complementari. Secondo quanto emerso al World Economic Forum, entro il 2025, le macchine svolgeranno più compiti nel posto di lavoro di quelli riservati alle persone che oggi ne svolgono ancora il 71%. In un report intitolato “The twin threats of aging and automation” Mercer e Oliver Wyman hanno evidenziato la convergenza di due fenomeni: la popolazione globale che invecchia e l’automazione portata da Industria 4.0. L’Italia esce come il paese più esposto al rischio sostituzione, con il 58% in media di lavoratori anziani che svolgono lavori facilmente automatizzabili. Nella classifica i primi cinque paesi a rischio automazione sono: Cina, Vietnam, Thailandia Corea del Sud e Giappone. Seguono l’Italia con un rischio del 58% e la Germania con il 57%. La quarta rivoluzione, quella digitale, ha causato un cambiamento fortissimo nel modo di lavorare e richiede ai lavoratori una forte discontinuità. Dagli anni 70 ad oggi la popolazione over 50 è passata dal 17 a più del 30%. Secondo Silvia Vanini lead manager della Mercer, potrebbe essere prezioso nelle imprese mettere insieme «la valorizzazione delle classi più anziane, la formazione continua lungo tutta la carriera professionale, l’allargamento della platea dei lavoratori giovani, le soluzioni di tutorship generazionale finalizzate a valorizzare il contributo dei più anziani nell’accelerazione dell’inserimento professionale dei più giovani».
(Fonte: tratto dall'articolo)