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Prioschi Matteo

Requisiti pensionistici più elevati e meno scivoli ridurranno le uscite

Il Sole 24 ore, 07-02-2024, p.21

Il quadro normativo è cambiato e, rispetto al recente passato, la flessibilità in ambito pensionistico è diminuita. Sul fronte degli scivoli, non c’è più il contratto di espansione, tramite il quale i lavoratori distanti non più di cinque anni dai requisiti per la pensione di vecchiaia o per quella anticipata potevano lasciare l’impiego e ricevere un assegno mensile, a carico dell’impresa, fino al pensionamento vero e proprio. 


Questa opzione, rispetto ad altre soluzioni disponibili, consentiva di limitare i costi dell’esodo in capo ai datori di lavoro in quanto parte degli oneri erano abbattuti utilizzando la Naspi teoricamente spettante ai lavoratori (quindi risorse pubbliche) e, inoltre, non si versavano i contributi previdenziali in favore dei dipendenti avviati al pensionamento di vecchiaia.


Quali scivoli attivabili dalle aziende restano disponibili l’assegno straordinario erogato dai fondi di solidarietà bilaterali (utilizzato principalmente nel settore del credito e in quello assicurativo) e l’isopensione. La pensione quota 103, con il suo requisito anagrafico pari a 62 anni di età (e almeno 41 anni di contributi), era un altro canale di uscita potenzialmente utilizzabile dalle aziende, magari incentivando il dipendente con un’una tantum a copertura totale o parziale della differenza dell’assegno pensionistico rispetto al pensionamento di vecchiaia o a quello anticipato.


Con le nuove regole entrate in vigore quest’anno, quota 103 è diventata meno appetibile, in quanto l’obbligo di calcolare l’importo della stessa con il metodo contributivo, invece che con quello misto, nella maggior parte determina una riduzione dell’assegno. Oltre a ciò, per effetto delle finestre il vantaggio in termini di tempo si è ridotto rispetto alla pensione anticipata “ordinaria”: nel settore privato con quota 103 il primo assegno arriva dopo 41 anni di contributi più 7 mesi di attesa; con la pensione anticipata dopo 42 anni (41 anni le donne) e 10 mesi di contributi più una finestra di 3 mesi.


L’altra nota negativa è il permanere dei requisiti, restrittivi, di accesso a opzione donna utilizzabile da chi entro l’anno scorso ha compiuto almeno i 61 anni, cioè le nate entro il 1962, le stesse coorti interessate dall’opzione versione 2023, tranne che hanno un anno in più per maturare gli altri requisiti richiesti. Altra modifica che rallenterà le uscite anticipate dal lavoro è l’innalzamento di cinque mesi del requisito anagrafico (ora 63 anni e 5 mesi) per accedere all’Ape sociale.

(Fonte: tratto dall'articolo)

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Autore (Cognome Nome)Prioschi Matteo
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2024
Pagine21
LinguaItaliano
OriginaleNo
Data dell'articolo2024-02-07
Numero
Fonte
Approfondimenti Online
FonteIl Sole 24 ore
Subtitolo in stampaIl Sole 24 ore, 07-02-2024, p.21
Fonte da stampare(Fonte: tratto dall'articolo)
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Approfondimenti
Prioschi Matteo
Attori
Parole chiave: Legislazione nazionale Sistema pensionistico