Lo Spi-Cgil Sindacato dei pensionati ha presentato, alla Camera dei Deputati, l’Osservatorio nazionale sulle strutture residenziali per anziani. Dal dibattito è emersa l’esigenza che la prossima legislatura affronti il tema della non autosufficienza e dell’assistenza socio-sanitaria delle persone anziane. Su 4.000 strutture analizzate in tutta Italia, solo il 14% sono pubbliche e gestite direttamente dai comuni, dalle associazioni o consorzi ad essi legate, da aziende sanitarie o da aziende pubbliche di servizi alla persona (ASP). Il restante 86% sono invece gestite da privati, enti religiosi, Onlus, fondazioni e cooperative. A livello economico convengono le strutture pubbliche, le cui rette massime (46% dei casi) non superano i 60 euro al giorno (circa 1.800 euro al mese). In quelle private, la spesa da sostenere può arrivare (nel 39% dei casi) oltre gli 80 euro giornalieri (circa 2.500 euro al mese). Non tutte le tipologie di strutture residenziali forniscono informazioni ai propri assistiti o alle loro famiglie circa i servizi erogati. Se il 68% comunica informazioni sul personale impiegato e il 77% ha un sito web, solo il 38% pubblica la Carta dei servizi. Nel complesso si può affermare che si tratta di un mondo in cui le strutture, in prevalenza private, sono poco trasparenti e molto costose.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)