«Le residenze sanitarie devono fare i conti con i“furbetti del diritto alla salute” e quindi col cronico problema della morosità che a Lucca “vale” quasi un milione di euro». A dirlo è il consigliere del gruppo misto, Andrea Pini che fa il punto sul lavoro svolto dall’amministrazione comunale sulle Rsa e spiega anche da cosa nasce la volontà di assegnare la concessione del servizio della Pia Casa e del centro anziani di Monte San Quirico a un gestore privato. «Se l'amministrazione ha dovuto “stringere la cinghia” con le Rsa dobbiamo ringraziare anche i “furbetti” - scrive Pini - L'importo della quota sociale è, per legge regionale, in parte in carico all' assistito e a cascata ai parenti in primo grado. Troppo spesso però, i pagamenti non sono regolari o cessano del tutto. Questo perché la struttura pubblica non può e non vuole fare come quelle private che risolvono il problema con le dimissioni dell'assistito. Noi non possiamo fare altrettanto perché la loro presenza in strutture pubbliche è frutto di un diritto che non si può mettere in discussione. Quindi, a fronte di insolvenze, di fatto il Comune può fare ben poco, se non, dopo la morte del ricoverato, aprire un lungo e difficile capitolo per il ricupero dei crediti. Non si parla di noccioline, ma di cifre importanti che a Lucca, accumulatesi negli anni, sono prossime al milione di euro - continua il consigliere - Questo con tutte le difficoltà legate al recupero forzoso, tramite azioni legali, che nel nostro Paese non brillano certo per velocità. Pini lancia allora una sua proposta che è di «emendare il regolamento, prevedendo che prima dell’ammissione dell'anziano in struttura, l'assistente sociale convochi i parenti per accertarne il coinvolgimento nel progetto assistenziale e per informarli dell'obbligo di contribuzione al costo del servizio, in caso di insolvenza del ricoverato».
(Sintesi redatta da: Silvana Agostini)