Limitare l'apporto di calorie, secondo i risultati dell'indagine della Società italiana di medicina interna, fa entrare le cellule nella cosiddetta "modalità protezione", consentendo loro di resistere meglio agli insulti esterni. E, allo stesso tempo, le cellule messe a dieta soddisfano le proprie necessità attraverso una sorta di auto-cannibalismo (autofagia) delle componenti invecchiate e poco funzionali.
Chi ha fatto luce tra i primi sul meccanismo dell'autofagia, con cui le cellule riciclano le sostanze di scarto facendo da "spazzino" al nostro organismo, è stato Yoshinori Ohsumi, biologo giapponese che nel 2016 per questa scoperta ha vinto il Premio Nobel. Con il passare dell'età, però, questo meccanismo lentamente perde di efficacia ed è così che nelle cellule si accumulano sempre più "rifiuti" portando al progressivo danno da invecchiamento.
Ecco perché l'autofagia legata alla restrizione calorica, senza però causare malnutrizione, è un fattore fondamentale per la longevità. La restrizione calorica ha dimostrato benefici sulla riduzione di peso corporeo, massa grassa e colesterolo totale. E sembra incidere positivamente sull'iperglicemia e sulla conseguente iperinsulinemia. Inoltre, una ridotta adiposità, soprattutto di tipo viscerale, potrebbe associarsi a un miglior controllo dello stato infiammatorio dell'organismo.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)