Diversi studi pilota hanno dimostrato che con una riabilitazione specifica fatta in acqua si possono aiutare i malati di Parkinson a smorzare alcune difficoltà di equilibrio e movimento dovute alla malattia. Il Fresco Parkinson Institute, insieme ad altri centri italiani, vuole ora confermare i risultati con un’indagine più ampia. Spiega Daniele Volpe, coordinatore della ricerca, che i disturbi assiali dei pazienti con Parkinson portano ad alterazioni della postura, difficoltà nel mantenere l’equilibrio e problemi nel cammino che finora non sono stati risolti né con la chirurgia né con i farmaci. Benefici sono arrivati dalla fisioterapia in ambiente microgravitario, cioè lo spazio o l’acqua. Il corpo immerso fino al petto ha uno sgravio del peso di circa l’80% il che porta a una modificazione della postura e a un riallineamento. Si è così pensato a sedute bisettimanali con esercizi adattati da svolgere in piscina. I risultati con pazienti con Parkinson da lieve a moderato sono molto incoraggianti e, oltre al migliorare la postura, si ottiene una riduzione delle cadute e aiuta i parametri di cammino che risultano uguali a quelli di una persona sana. L’effetto dura 2 settimane dopo la fine del ciclo di sedute e scompare se non si prosegue la fisioterapia di mantenimento. L’idroterapia è già molto utilizzata in Italia nel percorso di riabilitazione e può essere prescritta nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)