La ricerca è quanto mai strategica in un Paese che invecchia, con un tasso di natalità in costante discesa e un’aspettativa di vita che fortunatamente si allunga. Ma richiede necessariamente nuovi strumenti per incidere positivamente sulla “giovinezza mentale” della terza età.
Ora, una ricerca tutta italiana, portata avanti da Giorgio D’Andrea, ricercatore dell’Istituto di Biologia Cellulare e Neurobiologia del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) di Roma attraverso Fondazione Umberto Veronesi, vuole verificare se l’olio extravergine di oliva rallenta l’invecchiamento cognitivo favorendo una più lunga giovinezza mentale.
I ricercatori italiani si sono concentrati sull’idrossitirosolo, un fenolo dalle spiccate proprietà antiossidanti presente nell’olio extravergine di oliva assieme ad altre sostanze polifenoliche come l’oleocantale e ad altri elementi positivi per la salute come l’acido oleico, i grassi polinsaturi essenziali, la vitamina A e la vitamina E, cercando di capire come agisca sulle cellule staminali neuronali. L’alto contenuto di polifenoli è, del resto, proprio uno dei criteri che definisce l’alta qualità di un olio.
Lo studio italiano è attualmente l’unico al mondo a focalizzarsi sull’effetto dell’idrossitirosolo sulle cellule staminali neuronali del cervello. Nel corso del 2021 cercherà di capire se e come questo possa essere vero. A differenza di quanto si credeva una volta, è infatti assodato da diversi anni che nuovi neuroni possono essere prodotti nel cervello anche in età adulta a partire da particolari cellule chiamate staminali. “Abbiamo già dimostrato che l’ingestione di idrossitirosolo stimola la produzione di nuovi neuroni a partire da cellule staminali. Ora l’obiettivo è capire come si comportano questi nuovi neuroni, se aumentano effettivamente anche le capacità di apprendimento e di memoria”, ha spiegato D’Andrea.
(Sintesi redatta da: Righi Enos)