I processi di invecchiamento della popolazione degli ultimi decenni, insieme al mutamento delle strutture familiari hanno determinato un forte aumento nella domanda di cure di lungo-assistenza (la cosiddetta long term care, LTC), nella gran parte dei paesi occidentali. Ogni paese ha risposto in modo diverso; l’Italia si è distinta per l’assenza di riforme sul tema, lasciando il compito alle famiglie che si sono, a loro volta, supportate attraverso l’impiego, per lo più sommerso, di lavoratrici straniere (le «badanti»). L’Indennità di Accompagnamento (IdA) ha sicuramente giocato un ruolo cruciale, con un incremento pari al 75,5% nel numero di beneficiari nel periodo 2000-15 ed una mobilizzazione di risorse di oltre i 12 miliardi di euro (circa metà del totale della spesa LTC del nostro paese). Questa nota presenta la proposta di riforma dell’IdA elaborata dal Laboratorio di Politiche Sociali del Politecnico di Milano(https://welforum.it/il-punto/la-badante-non-basta-piu/cambiare-necessario-e-possibile/). Le linee principali di intervento previste sono tre. La prima propone l’introduzione di una strumentazione diagnostica standardizzata di misurazione del fabbisogno di cura nella valutazione del bisogno, aggiungendo alla valutazione del danno psico-biologico inerente la disabilità, anche una valutazione più accurata del bisogno di cura e assistenza. La seconda rimanda alla graduazione dell’ammontare del beneficio (da 350 euro ad un massimo di 650-950 euro) in relazione al grado di disabilità accertato. La terza linea di intervento istituisce, a fianco delle modalità attuali di trasferimento monetario indistinto dell’IdA, una seconda opzione, a scelta libera dei cittadini ed incentivata finanziariamente, che consiste nell’erogazione di un «budget di cura» spendibile esclusivamente per l’assunzione di assistenti familiari regolarmente contrattualizzati, oppure per l’acquisto di servizi professionali di cura accreditati. Esistono alcune criticità su questa proposta. Una riguarda le precondizioni istituzionali (coordinamento e integrazione con il sistema complessivo di interventi per invalidità e disabilità), l’altra riguarda l’infrastutturazione dell’intervento a livello di enti locali: attualmente le competenze si sovrappongono a scapito dell’efficienza dei servizi.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)