Gli anziani stanno pagando un prezzo altissimo per la pandemia. Le inefficienze organizzative, il deficit di informazione, lo scarso coinvolgimento dei medici di base e, da ultimo, il ritardo nelle vaccinazioni hanno giocato un ruolo determinante.
Ma a monte c’è un problema più generale: l’inadeguatezza dei servizi di assistenza, in particolare quelli a sostegno della non autosufficienza. Per ogni mille anziani sopra i 65 anni di età, i posti disponibili nelle residenze assistite sono meno di venti, in Spagna sono il doppio, in Olanda il triplo. Più o meno la stessa situazione si registra per i servizi a domicilio.
La Commissione Onofri aveva raccomandato una riforma dell’assistenza agli anziani già nel 1997. Nessun Governo ha mai promosso un intervento di sistema, di ampio e lungo respiro. L’Unione Europea ha da tempo incluso il sostegno alla non autosufficienza fra le priorità che gli Stati membri dovrebbero affrontare. L’articolo 18 del Pilastro europeo dei diritti sociali (il nuovo «faro» della politica sociale Ue) recita: «Ogni persona ha diritto a servizi di assistenza a lungo termine di qualità e a prezzi accessibili, in particolare ai servizi di assistenza a domicilio e ai servizi locali».
Da un lato, il pacchetto Next Generation Fund mette a disposizione una quota significativa di risorse per investimenti e riforme in linea con l’agenda UE. Dall’altro lato, esiste già un progetto elaborato dal Network Non Autosufficienza, promosso da Caritas, il Forum Diseguaglianza e Diversità e quello del Terzo settore, Cittadinanzattiva e molte altre organizzazioni della società civile. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che il Governo sta mettendo a punto per ottenere i fondi Next Generation dovrebbe includere espressamente l’obiettivo di una riforma dell’assistenza agli anziani, con un cronoprogramma degli interventi nei prossimi anni. Il progetto messo a punto dal Network prevede un forte rafforzamento dei servizi domiciliari, la riqualificazione e l’ammodernamento delle strutture residenziali, la creazione di punti di accesso unici per la definizione di prestazioni individualizzate, un nuovo modello di relazioni fra livelli di Hoverno, coordinato in tandem dal Ministero della Salute e da quello del Welfare, e l’istituzione di un efficiente sistema di monitoraggio.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)