Sostenere la permanenza a casa degli anziani, anche non autosufficienti, è da tempo un obiettivo centrale delle politiche sociali e dei sistemi di long term-care (LTC) occidentali. Il supporto all’ageing in place in Italia si è basato finora sul SAD, servizio di assistenza domiciliare, e sull’ADI, assistenza domiciliare integrata. Da anni, questi servizi hanno un ruolo marginale nel sostegno domiciliare di anziani fragili, non autosufficienti o dementi. Sia i decisori che altri soggetti della società civile stanno cercando di ampliare e articolare maggiormente i sostegni per i non autosufficienti. Le quattro direzioni innovative per rafforzare e sostenere la domiciliarità sono:
- Integrazione e potenziamento dei servizi domiciliari formali ( erogazione di voucher o contributi economici per il mantenimento a domicilio, graduati in base alle necessità assistenziali dell’anziano stabilite da un’unità valutativa; Rsa aperte etc );
- Riprogettazione o rimodulazione del SAD ( ampliamento dell’area dell’utenza dei SAD per fornire risposte alle necessità assistenziali di persone a basso reddito, ma intercettare anche la domanda pagante di una certa fascia di popolazione);
- Sviluppo di forme di “abitare protetto” e di politiche abitative ( per anziani in condizioni “di mezzo”, non più in grado di vivere soli in sicurezza ma non ancora bisognosi del livello di protezione delle RSA);
- Politiche innovative e sperimentazioni nell’ambito del welfare di comunità e di nuovi modelli di responsabilità sociale territoriale( denominate anche welfare collaborativo, welfare generativo, responsabilità sociale e solidale, ecc. , sono formule che sottendono un cambio di cultura: una volontà di pensare ai bisogni sociali in modo diverso).
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)