Cresce il numero degli Inglesi che decidono di vivere in affitto dopo la pensione, passando nell’ultima decade da 1 su 20 a 1 su 10. Secondo l’Ufficio Nazionale di Statistica, in un decennio il numero degli anziani tra i 55 e i 64 anni che vivono in affitto è quasi raddoppiato, nel frattempo la percentuale degli affittuari tra i 65 e i 74 anni è cresciuta dal 4,6% al 6%.
Il Money Mail afferma che questi pensionati potrebbero economicamente affrontare la spesa di un mutuo, ma in realtà scelgono la via dell’affitto, in quanto consente una maggiore flessibilità e la possibilità di vivere in abitazioni prestigiose senza doverle acquistare. Si registra anche un’impennata nel numero delle abitazioni costruite e direttamente affittate, che generalmente rientrano tra i beni di acquisto e gestione delle grandi compagnie. Si tratta di strutture di lusso, moderne, che offrono svariati extra, come palestre, portierato e una sala in comune per i residenti. Chi sceglie questa soluzione afferma di farlo perché assicura la possibilità di spostarsi con più facilità e di non doversi preoccupare del mantenimento. Tuttavia i costi sono molti alti: da un minimo di 1.595 a un massimo di 3.670 sterline al mese.
La soluzione dei retirement village, ossia di quei “villaggi per anziani” di nuova costruzione, ideati per persone con difficoltà motorie e che prevedono facilità di accesso e di movimento negli spazi interni ed esterni, non decollano perché sono difficili da reimmettere sul mercato.
Ma i proprietari che desiderano vivere gli ultimi anni della loro vita in affitto, devono ricordare che non avranno la possibilità di tornare sui loro passi e dovranno fare i conti con una pensione che generalmente produrrà uno stile di vita più basso. Senza considerare che non potranno disporre di alcun bene da lasciare nel loro testamento
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)