Da una ricerca internazionale dell'Università di Adelaide (Australia) risulta che svegliarsi spesso durante il sonno può aumentare il rischio cardiaco. Lo studio ha analizzato i dati di oltre 8.000 persone tra i 65 e gli 82 anni, uomini e donne, provenienti da tre diverse ricerche. Prevedeva l'esecuzione di una polisonnografia, un esame che rileva e registra, durante la notte e mentre il paziente dorme, alcuni parametri fondamentali quali l'attività cerebrale, la respirazione, i livelli di ossigeno.
All'interno di questo studio i ricercatori hanno elaborato un indice di risveglio in grado di valutare la frequenza dei singoli risvegli notturni, la loro durata e il tempo totale di sonno notturno di ogni individuo esaminato. Questo materiale è stato messo in relazione al rischio cardiovascolare.
Andando ancora più a fondo si è scoperto che gli uomini hanno mediamente un numero di risvegli maggiore delle donne, ma la pericolosità di questi è minore. In particolare, l'aumento del rischio cardiaco nelle donne che si svegliano più spesso nella notte è quasi doppio rispetto a quello degli uomini. Può, infatti, arrivare ad un massimo del 60% a fronte di un più ridotto 35% negli uomini.
I risvegli possono avvenire spontaneamente o provocati da altri stimoli, come apnee notturne, ansia, dolori, rumori forti o accensione di luci, impattando in maniera significativa sulla frequenza cardiaca e sulla pressione arteriosa. Quando sono frequenti possono anche modificare il ritmo circadiano dell'individuo (cioè il ritmo che governa varie funzioni dell'organismo) con successivi disturbi pressori, ormonali ed aumento dello stress ossidativo dei tessuti.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)