Giancarlo Isaia, geriatra e docente presso l'Università di Torino, è convinto che le scuole debbano riaprire, pur nella consapevolezza dei rischi che questo comporta per gli anziani.
Afferma infatti: “I bambini e i ragazzi devono andare a scuola. Il problema nasce se, una volta infettati e magari asintomatici, il pomeriggio vedranno i nonni, come spesso accade nel nostro Paese. Sicuramente, dobbiamo in questo momento tornare ad essere attenti, come lo eravamo prima dell'estate, quando siamo tornati ad incontrarli”.
Tra le precauzioni suggerite innanzitutto la vitamina D: l'esperienza fatta finora ha dimostrato che stare all'aria aperta o, se questo non è possibile, assumere vitamina D, ha un buon potere di prevenzione. Viceversa, persone che vivono in comunità chiuse, come Rsa, conventi o carceri, raramente esposti ai raggi solari, presentano una carenza di vitamina D e si ammalano più facilmente.
Per quanto riguarda in particolare i nonni, sarebbe preferibile che incontrassero i loro nipoti all'aperto.
Occorre però distinguere tra nonni fragili e nonni in buona salute: nel primo caso, Isaia suggerisce di evitare il più possibile il contatto con i nipoti, almeno fin quando non verificheremo gli effetti della riapertura della scuola.
Nel caso in cui invece i nonni siano in salute, i rischi sono inferiori, perché anche se dovessero contagiarsi hanno buone probabilità di affrontare positivamente il virus.
Il suo consiglio comunque è di evitare contatti fisici e, laddove la distanza sia molto ridotta, utilizzare la mascherina.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)