Rosa era la madre di Maja. Era, perché Maja un giorno ha preso la sua barca e se ne è andata in alto mare, per non ritornare più. Adesso Rosa, che ha raggiunto i sessanta, non sa più che fare di sé. Nemmeno il matrimonio imminente della figlia Nadia riesce a scuoterla: come dice suo marito Igor, un omone sloveno che ama il mare tanto quanto lo amava la loro figlia perduta, "Rosa vuole stare con i morti, non con i vivi". Per questo Rosa e Igor vivono da separati in casa, riunendosi solo per ingannare Nadia che (forse) li crede ancora uniti. E la loro casa è in vendita, perché vuota di vita e piena di ricordi. Rosa è il racconto di un ritorno alla vita, e non deve spaventare la mestizia delle prime scene, perché seguiranno sorprese: la prima riguarda una parrucchiera e il suo punto vendita segreto di sex toys per risvegliare la sessualità delle donne over -anta. Un gruppo demografico raramente raccontato al cinema, se non in forma di commedia (per non dire di farsa) e invece qui ritratto nel suo disincantato pieno di humor, nelle sue ingenuità e nei suoi desideri nascosti ma non sopiti.Attraverso di loro e in particolare attraverso Rosa, Colja racconta una sensualità femminile senza età, capace di attirare a sé come un magnete chi vorrà accorgersene. La regista filma il corpo adulto della sua protagonista senza falsi pudori, con grande rispetto e una mancanza totale di condiscendenza, e quel corpo e il viso intenso di Lunetta Savino sono la tavolozza su cui dipinge il racconto.
(Fonte: www.mymovies.it)