In Lombardia, nel settore privato, mancano circa 9.500 infermieri, metà negli ospedali e metà negli organici dei servizi territoriali rivolti ad anziani e disabili, tra cui Rsa e Case di riposo. Assistere persone malate, o non autosufficienti è faticoso e spesso mal retribuito a causa della differenza dei contratti nazionali di lavoro e chi si laurea in infermieristica preferisce il settore pubblico e i reparti ospedalieri. Inoltre, il numero dei laureati ogni anno è insufficiente a coprire per intero il fabbisogno di personale. Per questo Uneba (Unione Nazionale Istituzioni e Iniziative di Assistenza) ha realizzato un video in lingua spagnola con lo scopo di offrire agli infermieri e agli studenti di discipline paramediche dell’America Latina un posto di lavoro in pianta stabile nelle strutture che aderiscono all’associazione.
Uneba riunisce enti non profit del settore sociosanitario di ispirazione cristiana che in Lombardia rappresentano il 70% delle Rsa (435 realtà) e della rete di assistenza domiciliare agli anziani. La situazione è grave. «Nella regione centri per anziani vengono chiusi perché il personale non è sufficiente a garantire l’assistenza nelle 24 ore», spiega Paola Cattin, coordinatrice della commissione formazione di Uneba Lombardia. E non solo. Ci sono posti liberi nelle Rsa che non possono essere occupati perché manca chi può accudire i degenti secondo gli standard previsti, con la conseguenza che le liste d’attesa di chi chiede di entrare si allungano.
Un collegamento è stato creato tra Uneba e alcune università del Sudamerica «per affinità linguistiche e culturali». Si tratta, in particolare, dell’Universidad Católica "Sedes Sapientiae" del Perù, dell’Universidad Católica "Nuestra Señora de la Asunciòn" del Paraguay e per i medici (perché anche di questi c’è bisogno), l’Ospedale Italiano di Buenos Aires, in Argentina. “Trabajar de enfermera en casa de reposo”: è il motto che campeggia nel video dell’Uneba nel quale operatori italiani raccontano la loro esperienza e il lavoro che svolgono nelle Rsa. «Il problema è così urgente che non si possono aspettare i nuovi laureati in Italia, servono risposte emergenziali », precisa il presidente regionale dell’associazione, Luca Degani.
Le carenze di organico nelle strutture per anziani, soprattutto quelle non profit, riguardano inoltre anche gli "OSS", operatori socio-sanitari, specializzati nelle attività che un tempo erano di competenza degli infermieri generici: anch’essi sono fortemente attirati dal settore pubblico, più remunerativo perché sottoposto a un diverso contratto nazionale di lavoro. E anche di loro c’è bisogno nelle Rsa
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)