I sindacati dei pensionati Cigl, Cisl e Uil denunciano il rincaro delle rette nelle case di riposo in Lombardia. Si arriva a pagare oltre 18 mila euro all’anno, mentre 5 anni fa il costo era intorno ai 15 mila euro.
Dopo l’emergenza Covid-19 le Rsa stanno ulteriormente ritoccando le rette giornaliere, con aumenti dai 2 a 8 euro, il che significa in un anno dai 720 ai 2.880 euro in più. A cui vanno aggiunti i costi extra, mentre pensioni e indennità di accompagnamento sono sempre gli stessi, con evidenti aggravi sulle spalle delle famiglie. Gli aumenti delle rette dovrebbero riguardare solo il "servizio alberghiero", la quota a carico delle famiglie, mentre il restante 50%, la quota sanitaria è a carico della Regione.
Da anni però, denunciano i sindacati, i contributi della Regione sono bloccati. In questo modo sale il costo per le famiglie, perché i gestori aumentano la retta alberghiera per ovviare alle entrate mancate dalla Regione.
Per questo i sindacati chiedono alla Regione «di monitorare e verificare se l’aumento delle rette richiesto dalle strutture sia legittimo e compatibile con le procedure regionali per l’accreditamento. In ogni caso riteniamo che sia necessario intervenire per evitare che l’aumento dei costi ricada sugli ospiti di queste strutture e sulle loro famiglie che stanno attraversando un periodo molto delicato dovuto proprio alla gestione dell’emergenza legata alla diffusione del Covid».
Il rischio è che anche i costi per fronteggiare l’emergenza Covid-19 potrebbero essere caricati sulle famiglie. I sindacati hanno affrontato anche il discorso delle liste di attesa; dai calcoli delle associazioni dei gestori, ci sono circa 16mila i posti liberi nelle strutture della regione, ma l'accesso per i nuovi ospiti avviene molto lentamente, mentre continua, dopo 4 mesi, l'impossibilità di incontrarsi tra ricoverati e familiari.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)