Marco Trabucchi, presidente dell'associazione italiana di psicogeriatria, osserva con attenzione e preoccupazione quanto sta avvenendo, dall'inizio della pandemia, all'interno delle strutture per anziani. Per il geriatra che più volte ha raccomandato di riaprire, di restituire agli anziani le relazioni sociali, soprattutto con i loro familiari, ora è il momento della cautela. Bisogna evitare che il vaccino, arrivato a coprire la maggior parte della popolazione delle Rsa (ospiti e operatori), accelleri un percorso che invece deve essere graduale.
Del resto c’è una resistenza anche da parte degli ospiti, dei familiari e dello stesso personale a tornare di colpo alle vecchie abitudini, come le visite e il mangiare in comune. E questi timori vanno rispettati. La crisi è ancora grave, afferma. In effetti gran parte delle Rsa sono in difficoltà non solo organizzativa, ma anche economica. Nel loro piccolo, queste sono strutture complesse e bisogna rispettare questa complessità, accettando che il cambiamento sia lento e graduale. Oggi la tendenza è quella di aprire, perché questo garantisce benessere e salute, ma sono ben noti anche i rischi psicologici e sanitari, quindi l’appello è a prestare la massima attenzione.
Discorso a parte meritano operatori e infermieri. Questi ultimi, in particolare, hanno trovato lavoro negli ospedali e nelle Asl, dove sono pagati meglio, hanno minori responsabilità e maggiori tutele. Una soluzione per supplire alla mancanza di personale potrebbe essere quella di dare una maggiore formazione agli Oss senza pretendere che questi possano sostituire completamente gli infermieri, visto che esistono funzioni che non possono essere trasferite dall'una all'altra professionalità.
“Va però detto, conclude Trabucchi, che da tempo chiediamo una più adeguata formazione per gli Oss, che di fatto già svolgono funzioni che a loro non competono, ma che soprattutto all'interno delle Rsa si trovano a dover compiere, pur senza avere la formazione necessaria. Per questo, ritengo che sia giusto un miglioramento del loro percorso formativo, che peraltro chiediamo da prima della pandemia”.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)