È passato quasi un anno dalla "strage dei nonni", la morte cioè, di centinaia di anziani nelle residenze sanitarie assistite. Settecento morti contati fino ad aprile, secondo i numeri ufficiali, in quindici rsa finite sotto l’occhio della procura, ma il sospetto è che i morti siano molti di più, perché è difficile stabilire numeri precisi quando al picco della diffusione non si potevano fare autopsie ed era quasi impossibile un ricovero in un ospedale.
A distanza di mesi la procura di Milano ha fatto solo un piccolo passo avanti in una inchiesta per epidemia colposa che è parsa fin da subito enorme, dai mille rivoli e molto complessa nell’accertamento delle responsabilità. Di molti pazienti morti le autopsie non sono state fatte su decisione del procuratore capo Francesco Greco, non era possibile a marzo e nemmeno ad aprile, serviranno quindi perizie sulle cartelle cliniche, fatte da medici esperti, per attribuire con certezza al Covid il decesso di questi pazienti.
Gli investigatori del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf stanno effettuando una ricostruzione analitica dei documenti per mettere in fila ed analizzare le delibere regionali, le comunicazioni con l’Ats e le disposizioni impartite da quest’ultima alle singole case di riposo. E per verificare, infine, come queste siano state recepite dalle Rsa.
Uno dei tanti fronti delle indagini è quello che riguarda il mancato utilizzo dei dispositivi di protezione. Gli investigatori dovranno accertare, anche, quali erano le disposizioni nazionali e regionali sull’uso dei Dpi nelle prime fasi dell’emergenza, tenendo conto anche che le Rsa non sono strutture sanitarie, ma sociosanitarie, e vedere pure se c’erano indicazioni diverse tra loro per medici, infermieri, operatori sociosanitari e Asa.
Tra gli aspetti da ricostruire, poi, anche le disposizioni sul trasferimento di pazienti Covid dagli ospedali nelle Rsa, tra cui la delibera regionale dell’8 marzo. E anche il ruolo dell’Ats in relazione agli eventuali controlli sull’applicazione delle disposizioni. Una inchiesta infinita, buona parte del materiale è stato già digitalizzato, le prime note sono state scritte, ma il lavoro è ancora lungo. Fra l’altro lo "scudo" sulle responsabilità riservato ai medici, potrebbe essere esteso anche ai dirigenti sanitari.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)