Anche nella Rsa di Valdagno nel Veneto, considerata un'eccellenza e modello tra i più avanzati del Paese il virus è riuscito ad entrare. Non tra i 300 ospiti, ma sono risultati positivi 5 dei 230 dipendenti.
Uno dei problemi è sicuramente la fuga di infermieri e operatori socio-sanitari dalle Rsa, che vengono reclutati dagli ospedali. Ora che le Rsa sono di nuovo blindate, è emerso in tutta la sua drammaticità il problema della mancanza di personale. Nelle 346 Rsa del Veneto gli ospiti sono 32.588, seguiti da circa 26 mila dipendenti.
Alla mancanza di 3500 infermieri si aggiunge nelle ultime settimane l’esodo incentivato dalle Ulss che ha scavato anche un buco di 2000 Oss.
Così in Italia migliaia di case di riposo sono costrette a ridurre o a sospendere servizi cruciali.
Nelle Rsa un infermiere prende 1600 euro netti al mese, mentre in ospedale si superano i 2 mila euro, più le indennità di reparto. Ogni nuovo letto in terapia intensiva deve avere sei infermieri, e ormai, con l'impossibilità di far arrivare il personale dall'estero, si attinge agli elenchi di vecchi concorsi e graduatorie nazionali, con conseguente calo di presenze negli ospizi.
La richiesta delle Rsa è di allineare gli stipendi a quelli ospedalieri. La situazione è già drammatica e peggiorerà in inverno quando il tempo non permetterà nemmeno gli incontri all'aperto con i familiari. Bisogna ripensare al numero chiuso per gli infermieri e ad un percorso scolastico dedicato e comunque ripensare all'assistenza degli anziani.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)