"Senza anziani non c’è futuro” è il titolo della tavola rotonda organizzata dalla Comunità di Sant'Egidio-Milano per fare il punto sulla gestione della terza età, all’indomani della grave crisi che ha colpito le Residenze sanitarie assistenziali durante la fase acuta dell’emergenza sanitaria da Covid-19.
Il momento di confronto si è svolto il 21 ottobre ed ha visto diversi interventi in video conferenza.
“Il virus ha fatto emergere una serie di problemi emergenziali – ha spiegato il presidente della Comunità di Capodarco Vinicio Albanesi – ma ci ha anche dato lo spunto per capire i limiti dell’attuale sistema di accoglienza per le persone anziane. Quando venti anni fa nacquero le Rsa tutti noi eravamo concordi nel ritenerle una buona soluzione, col passare del tempo però si sono evidenziati dei limiti molto forti. In molte situazioni le residenze hanno assunto le dimensioni di ospedalizzazione, anche se la medicina è presente solo marginalmente. Questo ha prodotto una qualità della vita molto bassa in quanto gli anziani sono costretti a vivere come fossero malate anche se hanno ancora delle autonomie".
L’appello di Albanesi alla Comunità di Sant’Egidio è di rivedere tutto il comparto in base a un principio cardine: il diritto dell’anziano di vivere e morire nella propria casa. Ciò significa aiutare la famiglia e, laddove manca, sostituirsi ad essa. Occorre inventarsi degli spazi vivibili che abbiano una dimensione semplice, familiare appunto, con poche stanze e una serie di strumenti e ambienti che siano vivibili.
Su questo occorre una grande riforma.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)