Si parla di un green pass per accedere alle Rsa dove, da un tempo ormai lunghissimo, gli anziani attendono la possibilità di riabbracciare i propri cari. Quello previsto dall'ultimo decreto riaperture, è costituito da uno di questi tre certificati: di guarigione dal Covid, valido sei mesi; di completamento del ciclo vaccinale sempre di validità semestrale; l'attestato di negatività a test molecolare o antigenico rapido, in questo caso valido 48 ore. L'esecutivo sta pensando di utilizzarlo come lasciapassare per incontrare con più libertà gli anziani ricoverati. Le linee guida delle Regioni ne fanno invece una condizione imprescindibile, prevedendo l'ingresso «solo a visitatori o familiari in possesso di Certificazione Verde Covid-19 o in alternativa l'attestazione di una delle condizioni necessarie per il rilascio delle stesse purché non scadute».
Governo e Regioni si organizzano passando forse per le vie brevi di una circolare ministeriale senza attendere i tempi lunghi di un emendamento al decreto riaperture, le seconde attraverso delle linee guida che dovrebbero essere approvate oggi il 5 maggio nel corso della Conferenza delle Regioni. In entrambi i casi si vuole superare l'ostacolo frapposto dal Dpcm del 3 dicembre scorso, che limita l'accesso dei visitatori «ai soli casi indicati dalla direzione sanitaria delle strutture». Le quali senza disposizioni chiare sulle condizioni per la riapertura hanno preferito a larga maggioranza continuare a blindare le strutture per non ritrovarsi impigliate in contenziosi legali in caso di contagi.
Ma in questi sei mesi la situazione è radicalmente cambiata per merito dei vaccini, con la prima dose somministrata al 96% degli ospiti delle Rsa e con l'80% ad aver fatto anche il richiamo. In ogni caso, se nell'Rsa sono presenti ospiti oppure operatori positivi al Covid l'accesso torna ad essere consentito «esclusivamente sulle basi della valutazione della direzione sanitaria o del medico referente della struttura».
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)