Con la crescita dei contagi sale l'attenzione anche verso le rsa che in questo momento hanno un ulteriore problema. Infatti a circa il 10% delle strutture è stato annullato il contratto dalla compagnia assicurativa per la copertura della pandemia e nessuno si presta a coprire il rischio ex novo. Ciò comporta che in caso di contagio, decesso dell'ospite ed eventuale causa persa con i familiari, la rsa dovrebbe pagare tutto, con grosse possibilità di chiusura di tutta la struttura.
Tra coloro a cui è successo c'è Michele Colaci, responsabile di alcune rsa nella zona sud ovest di Torino e vice presidente di Confapi sanità che ha dovuto assicurarsi all'estero. Colaci denuncia la situazione paradossale per cui le rsa debbono assicurarsi, ma le assicurazioni possono rifiutare di assumersi il rischio. In questo quadro preoccupante molte realtà, come Anffas, Agespi, Anaste, Ansdipp, Aris, Uneba, hanno inviato una lettera al Parlamento, Governo, Ministeri e Anci, che richiede un intervento urgente nel settore. Anche perché si paventa che la continuità dei tali servizi sia a rischio. Un rischio di perdita non solo di posti di lavoro ma di assistenza a centinaia di migliaia di persone con disabilità ed anziane.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)