Il 2020 è stato un anno davvero pesante per gli anziani, ed ha mostrato i limiti presenti nell'assistenza verso i più fragili.
Dal report dell'istituto superiore di Sanità sui decessi nella fase uno della pandemia, da febbraio a maggio 2020 risulta che nelle Rsa sono morte in tutto 9.154 persone e quasi la metà dei decessi sarebbe riconducibile al contagio da Covid-19. La maggior percentuale di decessi è stata registrata in Lombardia (41,4%) poi, Piemonte e Veneto.
Molte comunque le difficoltà riscontrate dalle strutture: mancanza di dispositivi di protezione, scarsità di informazioni ricevute sulle procedure da svolgere per contenere l'infezione, carenza di personale sanitario. I dati Istat confermano l'impennata di mortalità, visto che sono stati contati oltre 211mila decessi, ben 50mila in più rispetto agli anni precedenti. Nelle strutture le maggiori problematiche sviluppate nella prima fase della pandemia vanno ricondotte al ritardo con cui i pazienti affetti da Covid sono stati individuati e isolati.
Problemi simili anche durante la seconda ondata, dove, secondo il ministero della Salute, l'età media dei deceduti per il Covid-19 è di 80 anni. Anche in questo momento le strutture sanitarie per anziani non sono riuscite sempre a garantire la sicurezza dei propri ospiti, come emerso dalle verifiche effettuate a gennaio dai Nas e che hanno registrato, nel 15% dei casi, condizioni igieniche scarse e normativa anti-Covid non rispettata. Sono state anche trovate e chiuse strutture abusive, e sono stati contestati 109 violazioni penali e 373 amministrative in tutt'Italia.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)