Per ogni anziano vaccinato, sia vaccinato al più presto anche un suo famigliare. È questa la richiesta di UNEBA, la più rappresentativa organizzazione di categoria del settore sociosanitario, assistenziale ed educativo, con circa 1000 enti associati in tutta Italia, quasi tutti non profit. «In questo modo si consentirebbe al famigliare di visitare l'anziano, nel rispetto di tutte le misure di protezione. E riallacciare le relazioni sarebbe un vero “vaccino contro la solitudine” per l'anziano, oltre che una importante fonte di benessere psicofisico».
Il vaccino contro il Covid 19 «è fondamentale per gli anziani e le persone fragili accolte in Rsa e altre strutture residenziali per disabili, e applaudiamo la scelta di dare loro priorità nella somministrazione, dal momento che questa scelta che può davvero fare la differenza tra la vita e la morte», dice il presidente Franco Massi. Il vaccino tuttavia «non è sufficiente a rimediare all'altra ferita che questi mesi di pandemia hanno inferto ai nostri anziani: quella della solitudine. Perché se da un lato limitare le visite e i contatti con l'esterno ha permesso di arginare la diffusione del virus, è però anche vero che ha ridotto moltissimo le opportunità di relazione. A soffrire altrettanto fortemente questa limitazione agli incontri sono stati anche figlie e figli, fratelli e sorelle, nipotini degli anziani e delle anziane delle Rsa. Per questo chiediamo che per ogni anziano vaccinato, sia vaccinato al più presto un famigliare. Le videochiamate e gli altri sistemi di comunicazione a distanza in cui le strutture nostre associate tanto si sono impegnate in questi mesi, sono state e sono preziose, ma non possono sostituire la relazione faccia a faccia, specie per le persone anziane fragili cresciute in un'epoca niente affatto digitale».
(Fonte: tratto dall'articolo)