Run for Parkinson’s è una corsa non competitiva aperta a tutti che si svolge in tutto il mondo (in Italia tra aprile e maggio) per sollecitare attenzione per i malati di Parkinson e le loro necessità di cure. In Italia partecipano 30 città, tra cui Torino che ha avuto l’idea di camminare, correre, marciare con l’obiettivo di sommare i chilometri percorsi e stabilire un nuovo record assoluto «insieme»: cioè coprire la distanza che separa la Terra dalla Luna. Il Parkinson colpisce anche a 40 anni, è un male con cui non si muore e, grazie ai farmaci, si possono controllare i sintomi, ma come dice Donatella Di Umberto, portavoce del gruppo giovani dell’Aip Torino. «Abbiamo una carenza di dopamina, il neurotrasmettitore preposto a tutti i movimenti: camminare, di cui si perde l’automatismo, deglutire, parlare, l’espressività del viso. I farmaci controllano il sintomo, ma possono causare altri problemi, psicologici. Ci sono persone che giocano d’azzardo, che fanno shopping compulsivo. E poi c’è la depressione, che non è conseguenza, ma parte della malattia. Per cui si sta a casa». Il fatto di non uscire allo scoperto ha fatto si che ai parkinsoniani vengano dedicate poche attenzioni. A Torino i malati sono 6-7 mila, in Piemonte 20-22 mila, con un aumento di 800 malati l’anno al netto dei decessi.
(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)