Ruth è un'insegnante in pensione, che non ha perso il gusto delle cose, Alex, suo marito, è un pittore maturo, che ha goduto di un discreto successo. Ruth e Alex sono innamorati come il primo giorno, di quarant'anni prima, quando varcarono avvinghiati la soglia del loro appartamentino di Brooklyn, allora considerato un quartiere periferico. Oggi che la zona è di moda, e la casa vale una fortuna, Ruth e Alex Carver stanno pensando di venderla e ricominciare altrove. Affidano perciò la pratica alla nipote, un'agente immobiliare, e osservano il bizzarro mondo di possibili acquirenti invadere di colpo la loro pacata routine.
Al cinema, si sa, è tutta questione di sguardo e il film di Richard Loncraine, scritto da Charlie Peters, ne possiede uno molto preciso. È lo stesso sguardo del protagonista Alex, quando siede davanti al piccolo schermo sul divano di casa, attorniato da pittoreschi estranei, e si aggiorna sulle notizie riguardanti il camion bloccato sul ponte. L'inspiegabile stato di abbandono del tir fornisce ovviamente ai media l'occasione per inscenare un allarme attentato e dare il via ad una caccia all'uomo, frenetica quanto assurda. È un copione che Alex ha visto tante volte, al punto che può anticiparne le dinamiche. Il suo è uno sguardo dall'alto (5 Flights Up recita il titolo originale), dell'esperienza e del disincanto, senza violento e inappropriato disprezzo ma anche senza vitale indignazione. In fondo, per lui e per il suo portafoglio, non cambierà nulla o quasi.
Il film fotografa in maniera realistica una generazione che accarezza l'idea del cambiamento per puro snobismo, senza necessità né convinzione ideologica. Il film stesso è un'opera in cui ciò che accade non è mai dettato da necessità narrativa ma soltanto da puro ozio creativo. Costruito con delicatezza e un pizzico di furbizia per meglio commuovere e meglio favorire l'identificazione dello spettatore comune, ruota incessantemente attorno al denaro, al suo conteggio particolareggiato, per poi alzarsi "nobilmente" al di sopra dello stesso e abbracciare la filosofia della stasi e della conservazione a oltranza. Morgan Freeman e Diane Keaton sono perfettamente in parte, comodi come a casa propria, ma, specie sullo schermo, credibilità e verità non sono per forza sinonimi.
(Fonte: www.mymovies.it/film/2014/ruthealex/)