L’Italia conquista il secondo posto al mondo per speranza media di vita alla nascita, con un miglioramento di sei anni dal 1990. Quindi coloro che nascono oggi in Italia possono sperare di arrivare fino a 83 anni, contro gli 84 dei giapponesi, primi classificati in longevità. Va segnalato anche che si va assottigliando sempre più la differenza tra maschi e femmine, perché oggi una bambina ha una speranza di 85 anni e un bambino di 80 ben diverso da solo quindici anni fa quando le femminucce che potevano sperare negli 80 anni e i maschietti nei 74.«Non è solo un buon dato per la sanità italiana — spiega Giuseppe Costa, epidemiologo dell’Università di Torino — ma per la società tutta. Ed è un buon dato che non giunge inatteso». Nel resto del mondo si osserva un aumento della speranza di vita media di sei anni, anche se con una distribuzione non omogenea. Nel complesso però le cose migliorano, infatti entro la fine dell’anno ci si aspetta di centrare gli obiettivi sul contenimento dell’epidemia da Hiv — Aids, sulla malaria e sulla tubercolosi. Ed è aumentato anche il numero di persone che hanno accesso all’acqua potabile. Minori sono i passi avanti purtroppo sulla malnutrizione infantile (calata solo del 40% su scala globale) e sulla mortalità neonatale nei paesi poveri, ma si è dimezzato il numero di donne morte per complicazioni durante gravidanza e parto.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)